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Il mercato del falso in Italia genera un "fatturato" di 6 miliardi e 535 milioni di euro. La stima emerge da una ricerca - realizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con il Censis - che si è concentrata nella valutazione dell'impatto della contraffazione sul sistema-Paese.

L'impatto della contraffazione sull'economia nazionale è pesantissimo: le aziende ne risentono particolarmente in termini di produttività mentre comporta pesanti perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancati introiti fiscali. I settori più colpiti dalla contraffazione sono l'abbigliamento e gli accessori (pari al 34,3% dell'intero valore), il comparto cd,dvd e software (pari al 27,3% dell'intero valore) e i prodotti alimentari (pari al 15,8% del totale).

Rispetto al 2010 si registra una contrazione del mercato del falso, tuttavia si sottolinea come la stessa non sia un risultato positivo derivante da una minore propensione a comprare falso, quanto un effetto della crisi economica e un effetto sulla deflazione dei prezzi.

Dai sondaggi svolti per la ricerca emergono dati interessanti: la maggior parte degli intervistati sostiene che le imprese non abbiano un livello di conoscenza sufficiente degli strumenti per la tutela della proprietà industriale. Basti pensare al rapporto particolarmente negativo tra conoscenza degli strumenti della proprietà intellettuale e il loro utilizzo che il Censis ha rilevato: i marchi sono conosciuti dal 71,1% ma solo il 39% li utilizza; i brevetti invece sono conosciuti dal 64,8% e solo il 33,2% li usa mentre i disegni e modelli sono poco conosciuti (46,7%) e poco utilizzati (24,5%).